Foreste: è il momento del fall foliage

[:it]3di Nadia Fondelli – Per chi ama emozionarsi con la natura fra metà ottobre e metà novembre è il periodo migliore dell’anno per andar per boschi. Quello che gli americani chiamano “fall foliage”; ovvero quando è visibile lo spettacolo unico in cui le foreste, con effetti cromatici intensi si trasformano in mille sfumature di rossi, gialli, verdi e arancioni.

Oltreoceano questo fenomeno naturale è un appuntamento imperdibile per fotografi, pittori, scrittori e semplici amanti della natura, mentre da noi ammirare la caduta delle foglie è passatempo abbastanza recente.

Gli itinerari classici nel mondo dove contemplare i colori d’autunno comprendono quattro aree principali: il Canada meridionale e gli Stati Uniti nord-orientali, le Alpi ed il nord Europa, il Caucaso e l’Asia nord-orientale con grandi aree della Cina ed il Giappone.

Anche da noi aceri, pioppi, faggi e castani si colorano di giallo, arancio, rosso, marrone e mille altre tonalità disegnando una tavolozza colorata che incanta.
In Italia le aree migliori per ammirare il fall foliage sono gli Appennini.
In Toscana da non perdere la strada che conduce da San Marcello Pistoiese all’Abetone che attraversa un bosco che assume tonalità fantastiche.
L’Amiata fra profumi di castagne e ruscelli è il luogo ideale della Toscana centro meridionale, da non perdere poi  la zona boscosissima di Vallombrosa, Secchieta e Pratomagno fra Firenze e Arezzo.

Ma il luogo di elezione sono le foreste sacre, quel vastissimo parco fra Toscana e Romagna che al fall foliage dedica addirittura un festival.

Ma ovunque scegliete di andare sappiate che la visita è riservata solo a coloro che sanno rallentare la vita moderna, ascoltare i passi dei propri piedi affondare nel sottobosco, vivere i silenzi della foresta.
Fra le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre gli alberi che favoriscono il fenomeno sono il faggio che domina la fascia montana, insieme all’abete bianco, l’acero montano, il riccio, l’opalo, l’olmo, i tigli (nostrano e selvatico), e i frassini (maggiore e orniello). Nella fascia collinare invece i colori delle querce e dei carpini, meno spettacolari della fascia montana, raggiungono l’apice nelle prime due di novembre anche se l’acero opalo e campestre, il ciliegio e l’orniello si colorano già nelle ultime di ottobre.

Nel parco delle Foreste Casentinesi, il luogo più noto dove vivere l’esperienza emozionale è la cima del Monte Penna sopra la Foresta della Lama. Si raggiunge dal Passo dei Fangacci nella strada che collega Badia Prataglia all’Eremo di Camaldoli.
Sempre nella Foresta della Lama, e abbinata alla salita al Monte Penna, consigliamo l’escursione che porta al pianoro della Lama per il sentiero degli Scalandrini.
La stessa emozione si può vivere nella Foresta di Campigna, risalendo dall’abitato al Passo della Calla per la mulattiera Granducale e scendendo per il sentiero della Fonte del Raggio, fino (se si ha la gamba giusta) a Villaneta.

Nel versante fiorentino da Castagno d’Andrea per il Borbotto, seguendo il percorso che porta alla Gorga nera, Passo Crocicchie, Monte Falterona e Monte Falco (preferibile a metà ottobre). Infine da non perdere il bosco monumentale di faggi, aceri e abeti che circonda il Santuario della Verna.
A novembre a quote più basse per ammirare le colorazioni delle querce (cerro e roverella) suggeriamo la spettacolare Valle di Pietrapazza, il sentiero delle Ripe Toscane nella solitaria Valle delle Celle, la Salita al Monte Tiravento da Premilcuore, e la Valle dell’Acquacheta da San Benedetto.
Nel versante casentinese il sentiero del Tramignone, che collega Serravalle con Badia Prataglia.

Autunno Slow è un evento nato proprio in funzione del fall foliage e propone sette settimane dedicate alla natura del Parco per respirare e ammirare l’autunno.
Un programma ricco di escursioni, passeggiate, laboratori, mostre, workshop di fotografia, sagre, degustazioni e tante iniziative speciali.[:en]3di Nadia Fondelli – Per chi ama emozionarsi con la natura fra metà ottobre e metà novembre è il periodo migliore dell’anno per andar per boschi. Quello che gli americani chiamano “fall foliage”; ovvero quando è visibile lo spettacolo unico in cui le foreste, con effetti cromatici intensi si trasformano in mille sfumature di rossi, gialli, verdi e arancioni.

Oltreoceano questo fenomeno naturale è un appuntamento imperdibile per fotografi, pittori, scrittori e semplici amanti della natura, mentre da noi ammirare la caduta delle foglie è passatempo abbastanza recente.

Gli itinerari classici nel mondo dove contemplare i colori d’autunno comprendono quattro aree principali: il Canada meridionale e gli Stati Uniti nord-orientali, le Alpi ed il nord Europa, il Caucaso e l’Asia nord-orientale con grandi aree della Cina ed il Giappone.

Anche da noi aceri, pioppi, faggi e castani si colorano di giallo, arancio, rosso, marrone e mille altre tonalità disegnando una tavolozza colorata che incanta.
In Italia le aree migliori per ammirare il fall foliage sono gli Appennini.
In Toscana da non perdere la strada che conduce da San Marcello Pistoiese all’Abetone che attraversa un bosco che assume tonalità fantastiche.
L’Amiata fra profumi di castagne e ruscelli è il luogo ideale della Toscana centro meridionale, da non perdere poi  la zona boscosissima di Vallombrosa, Secchieta e Pratomagno fra Firenze e Arezzo.

Ma il luogo di elezione sono le foreste sacre, quel vastissimo parco fra Toscana e Romagna che al fall foliage dedica addirittura un festival.

Ma ovunque scegliete di andare sappiate che la visita è riservata solo a coloro che sanno rallentare la vita moderna, ascoltare i passi dei propri piedi affondare nel sottobosco, vivere i silenzi della foresta.
Fra le ultime due settimane di ottobre e le prime due di novembre gli alberi che favoriscono il fenomeno sono il faggio che domina la fascia montana, insieme all’abete bianco, l’acero montano, il riccio, l’opalo, l’olmo, i tigli (nostrano e selvatico), e i frassini (maggiore e orniello). Nella fascia collinare invece i colori delle querce e dei carpini, meno spettacolari della fascia montana, raggiungono l’apice nelle prime due di novembre anche se l’acero opalo e campestre, il ciliegio e l’orniello si colorano già nelle ultime di ottobre.

Nel parco delle Foreste Casentinesi, il luogo più noto dove vivere l’esperienza emozionale è la cima del Monte Penna sopra la Foresta della Lama. Si raggiunge dal Passo dei Fangacci nella strada che collega Badia Prataglia all’Eremo di Camaldoli.
Sempre nella Foresta della Lama, e abbinata alla salita al Monte Penna, consigliamo l’escursione che porta al pianoro della Lama per il sentiero degli Scalandrini.
La stessa emozione si può vivere nella Foresta di Campigna, risalendo dall’abitato al Passo della Calla per la mulattiera Granducale e scendendo per il sentiero della Fonte del Raggio, fino (se si ha la gamba giusta) a Villaneta.

Nel versante fiorentino da Castagno d’Andrea per il Borbotto, seguendo il percorso che porta alla Gorga nera, Passo Crocicchie, Monte Falterona e Monte Falco (preferibile a metà ottobre). Infine da non perdere il bosco monumentale di faggi, aceri e abeti che circonda il Santuario della Verna.
A novembre a quote più basse per ammirare le colorazioni delle querce (cerro e roverella) suggeriamo la spettacolare Valle di Pietrapazza, il sentiero delle Ripe Toscane nella solitaria Valle delle Celle, la Salita al Monte Tiravento da Premilcuore, e la Valle dell’Acquacheta da San Benedetto.
Nel versante casentinese il sentiero del Tramignone, che collega Serravalle con Badia Prataglia.

Autunno Slow è un evento nato proprio in funzione del fall foliage e propone sette settimane dedicate alla natura del Parco per respirare e ammirare l’autunno.
Un programma ricco di escursioni, passeggiate, laboratori, mostre, workshop di fotografia, sagre, degustazioni e tante iniziative speciali.[:]

Toscana ‘900: musei e percorsi d’arte

[:it]novecentodi redazione – Una guida, una app in 4 lingue, 11 mostre, 18 eventi collaterali, 108 musei, 7 itinerari turistici, una nuova rete museale aperta il sabato e la domenica, un pass per ingressi, visite guidate, didattica e sconti nei territori

Piccoli Grandi Musei, il progetto di Regione Toscana e Ente Cassa di Risparmio di Firenze nato per la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio, è dedicato quest’anno alla Toscana del ‘900: un percorso, una guida, un’applicazione, mostre e tanti eventi – a partire dal 13 giugno fino al 31 dicembre 2015 – per raccontare, attraverso mille voci, la storia di una regione e di un secolo.

Famosa in tutto il mondo per le sue meraviglie del passato – dall’arte etrusca ai grandi capolavori del Rinascimento – la Toscana viene raramente associata al Novecento.
Eppure durante il secolo scorso, l’intera regione ha svolto un ruolo importante nell’offrire stimoli e vivaci contesti agli artisti che qui hanno vissuto, lavorato e spesso raggiunto notorietà internazionale e ha anche rappresentato un’attrattiva per i collezionisti che hanno deciso di affidare a questi territori le proprie raccolte.
Questo ruolo si delinea chiaramente grazie a numerosissimi musei, disseminati nella nostra regione: oltre 100 realtà, grandi e piccole, per narrare attraverso luoghi e immagini, 100 anni d’arte.
E proprio per raccontare questa storia, è stata fatta la prima mappatura completa di tutti i suoi protagonisti. Oltre cento musei, nati nelle circostanze più diverse, alcuni dedicati a singoli artisti, altri creati con ambizioni antologiche, alcuni espressione di una volontà locale, altri frutto di una donazione, voluti per raccontare un’attività artistica, oppure una storia industriale.

Una ricognizione geografica che propone percorsi diversi, per tipologie museali o per generi di opere esposte, per periodi storici privilegiati o per tematiche affrontate, con lo scopo, naturalmente, di creare una rete in grado di valorizzare le realtà museali legate al Novecento Toscano e per andare alla scoperta dei quasi 450 artisti legati alla nostra regione, da Plinio Nomellini, Lorenzo Viani, Ottone Rosai e Massimo Campigli, a Marino Marini, Alberto Magnelli e Gino Severini, sino a Carla Accardi, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Daniel Spoerri, Alighiero Boetti e Igor Mitoraj, per citarne solo alcuni.

Per la prima volta ai soggetti promotori e finanziatori si è aggiunta quest’anno la Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana, che è interessata a sostenere questo modello di partenariato pubblico-privato per lo sviluppo di progetti innovativi nel settore cultura.
Sono stati individuati 22 musei capofila che, grazie al progetto, dal 13 giugno al 31 dicembre 2015 verranno aperti anche il sabato e la domenica con molte attività didattiche, laboratori per famiglie e visite guidate gratuite che aiuteranno il visitatore a conoscere queste realtà.
In questo stesso periodo in molti dei musei coinvolti, si terranno 11 mostre e 18 eventi collaterali che approfondiranno ulteriormente la storia e i protagonisti del Novecento in Toscana.[:en]novecentodi redazione – Una guida, una app in 4 lingue, 11 mostre, 18 eventi collaterali, 108 musei, 7 itinerari turistici, una nuova rete museale aperta il sabato e la domenica, un pass per ingressi, visite guidate, didattica e sconti nei territori

Piccoli Grandi Musei, il progetto di Regione Toscana e Ente Cassa di Risparmio di Firenze nato per la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio, è dedicato quest’anno alla Toscana del ‘900: un percorso, una guida, un’applicazione, mostre e tanti eventi – a partire dal 13 giugno fino al 31 dicembre 2015 – per raccontare, attraverso mille voci, la storia di una regione e di un secolo.

Famosa in tutto il mondo per le sue meraviglie del passato – dall’arte etrusca ai grandi capolavori del Rinascimento – la Toscana viene raramente associata al Novecento.
Eppure durante il secolo scorso, l’intera regione ha svolto un ruolo importante nell’offrire stimoli e vivaci contesti agli artisti che qui hanno vissuto, lavorato e spesso raggiunto notorietà internazionale e ha anche rappresentato un’attrattiva per i collezionisti che hanno deciso di affidare a questi territori le proprie raccolte.
Questo ruolo si delinea chiaramente grazie a numerosissimi musei, disseminati nella nostra regione: oltre 100 realtà, grandi e piccole, per narrare attraverso luoghi e immagini, 100 anni d’arte.
E proprio per raccontare questa storia, è stata fatta la prima mappatura completa di tutti i suoi protagonisti. Oltre cento musei, nati nelle circostanze più diverse, alcuni dedicati a singoli artisti, altri creati con ambizioni antologiche, alcuni espressione di una volontà locale, altri frutto di una donazione, voluti per raccontare un’attività artistica, oppure una storia industriale.

Una ricognizione geografica che propone percorsi diversi, per tipologie museali o per generi di opere esposte, per periodi storici privilegiati o per tematiche affrontate, con lo scopo, naturalmente, di creare una rete in grado di valorizzare le realtà museali legate al Novecento Toscano e per andare alla scoperta dei quasi 450 artisti legati alla nostra regione, da Plinio Nomellini, Lorenzo Viani, Ottone Rosai e Massimo Campigli, a Marino Marini, Alberto Magnelli e Gino Severini, sino a Carla Accardi, Jannis Kounellis, Pino Pascali, Daniel Spoerri, Alighiero Boetti e Igor Mitoraj, per citarne solo alcuni.

Per la prima volta ai soggetti promotori e finanziatori si è aggiunta quest’anno la Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana, che è interessata a sostenere questo modello di partenariato pubblico-privato per lo sviluppo di progetti innovativi nel settore cultura.
Sono stati individuati 22 musei capofila che, grazie al progetto, dal 13 giugno al 31 dicembre 2015 verranno aperti anche il sabato e la domenica con molte attività didattiche, laboratori per famiglie e visite guidate gratuite che aiuteranno il visitatore a conoscere queste realtà.
In questo stesso periodo in molti dei musei coinvolti, si terranno 11 mostre e 18 eventi collaterali che approfondiranno ulteriormente la storia e i protagonisti del Novecento in Toscana.[:]

Firenze: a Capo Nord in bici, per solidarietà

[:it]1008-claudia-caponord-12di redazione – Il 10 maggio, alle ore 10.00 il gruppo di ciclisti amatoriali “I Ciclomacchinisti” partirà in bici dall’Ospedale Meyer di Firenze diretto a Capo Nord in Norvegia.

Quattromilacinquecento chilometri di strada per realizzare un sogno e raccogliere fondi per combattere la Fibrosi Cistica, ad oggi una delle malattie genetiche più comuni in Italia.

Sono Mario Gulino, Marco Passarini e Simone Fuso i tre protagonisti di una delle più belle iniziative di raccolta fondi della Lega Italiana Fibrosi Cistica Toscana Onlus: “Pedala per un Respiro”, patrocinata dall’Ospedale Meyer e sostenuta da HDI, Vertical Media, FIAB, Il Ciclone ASD, DLF Pisa-Perugia-Ravenna e Mercurialis.

Mario, siciliano di origini ma toscano di adozione, Marco, di San Severino Marche, e Simone, umbro di Foligno, hanno in comune una professione e una passione. Tutti e tre sono macchinisti delle ferrovie e sono amanti del ciclismo.

Folgorati dal libro Tre Uomini in bicicletta di Altan, Rumiz e Rigatti, dal 2011 ogni anno organizzano un viaggio in bici per l’Europa: dall’Italia hanno già raggiunto insieme Lisbona, Istanbul e l’Irlanda.

Ma quest’anno il viaggio sarà ben più ambizioso: 4.500 chilometri su due ruote per raggiungere Capo Nord, in Norvegia.
Per la prima volta in assoluto, dopo aver conosciuto il figlio di un collega affetto da Fibrosi Cistica, i tre ciclisti hanno deciso di trasformare il loro viaggio di piacere in un’impresa collettiva a sostegno dei ragazzi, delle famiglie e della ricerca per combattere questa difficile malattia.
“La Fibrosi Cistica è una malattia genetica senza cura, ad oggi una delle più comuni nel nostro Paese. Ogni settimana in Italia nascono 4 bambini con questa malattia e – spiega Franco Berti, Presidente della LIFC Toscana Onlus – si stima che in totale i malati siano circa 6.000; di questi circa il 50% supera i 18 anni e la vita attesa per un bambino che nasce oggi è di circa 40.

Grazie alla ricerca e al miglioramento continuo della qualità delle cure, la situazione è in costante progresso. L’idea di legare un’impresa ciclistica come quella dei Ciclomacchinisti alla FC ci ha profondamente colpiti e commossi, non solo per la sua originalità, ma anche perché è estremamente indovinata. Difatti la malattia colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e l’utilizzo della cyclette è una delle attività consigliate proprio dai medici per alleviare i sintomi dei ragazzi.”

“Si tratta di un’iniziativa molto importante – continua Franco Berti – non solo per raccogliere donazioni, ma anche per sensibilizzare la popolazione su questa malattia e su come gestirla quando si dà alla luce un bambino che ne è affetto.”

Il 10 maggio 2015 alle ore 10.00 i tre Ciclomacchinisti partiranno dall’Ospedale Meyer di Firenze, sede del Centro Regionale Fibrosi Cistica, faranno tappa al Parco delle Cascine per unirsi ai bambini della manifestazione Bimbimbici 2015 e poi proseguiranno per Capo Nord, con tappe giornaliere da 160 km attraverso Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia.
Durante l’itinerario i ciclisti saranno accolti dalle varie delegazioni dei Centri per la lotta alla Fibrosi Cistica sparsi in Europa, da quello di Cesena a quello di Verona fino alla Germania e alla Norvegia, che hanno sostenuto fin da subito con grande entusiasmo l’iniziativa: “In questo modo – spiega Mario Gulino – sarà come se tracciassimo un collegamento invisibile tra i Centri, in una comunione d’ideali e d’intenti.”

Per affrontare il viaggio i Ciclomacchinisti utilizzeranno biciclette ibride tra un mezzo da corsa e una mountain bike, sul modello di quelle da ciclo-cross. Se riusciranno a trovare un camper a cui appoggiarsi, potranno percorrere la strada più agevolmente, ma in caso contrario porteranno con sé tutto il necessario, comprese le tende da campeggio per ogni evenienza. L’arrivo è previsto intorno alla metà di giugno.

Ci sono molti modi per contribuire al progetto Pedala per un Respiro direttamente dal sito ufficiale www.pedalaperunrespiro.it. Chi ha un’azienda può sostenere l’impresa e i progetti LIFC facendo una donazione. Chi è appassionato di ciclismo può fare una donazione e pedalare assieme ai Ciclomacchinisti per un tratto del percorso, mentre chi desidera partecipare virtualmente all’impresa, potrà acquistare km facendo una donazione libera online tramite PayPal o con carta di credito oppure tramite bonifico bancario.

Tutti sono invitati a condividere l’iniziativa e farla conoscere sui social network con l’hashtag ufficiale #PedalaPerUnRespiro

Per informazioni e donazioni: www.pedalaperunrespiro.it

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/PedalaPerUnRespiro

Hashtag ufficiale: #PedalaPerUnRespiro

 [:en]1008-claudia-caponord-12di redazione – Il 10 maggio, alle ore 10.00 il gruppo di ciclisti amatoriali “I Ciclomacchinisti” partirà in bici dall’Ospedale Meyer di Firenze diretto a Capo Nord in Norvegia.

Quattromilacinquecento chilometri di strada per realizzare un sogno e raccogliere fondi per combattere la Fibrosi Cistica, ad oggi una delle malattie genetiche più comuni in Italia.

Sono Mario Gulino, Marco Passarini e Simone Fuso i tre protagonisti di una delle più belle iniziative di raccolta fondi della Lega Italiana Fibrosi Cistica Toscana Onlus: “Pedala per un Respiro”, patrocinata dall’Ospedale Meyer e sostenuta da HDI, Vertical Media, FIAB, Il Ciclone ASD, DLF Pisa-Perugia-Ravenna e Mercurialis.

Mario, siciliano di origini ma toscano di adozione, Marco, di San Severino Marche, e Simone, umbro di Foligno, hanno in comune una professione e una passione. Tutti e tre sono macchinisti delle ferrovie e sono amanti del ciclismo.

Folgorati dal libro Tre Uomini in bicicletta di Altan, Rumiz e Rigatti, dal 2011 ogni anno organizzano un viaggio in bici per l’Europa: dall’Italia hanno già raggiunto insieme Lisbona, Istanbul e l’Irlanda.

Ma quest’anno il viaggio sarà ben più ambizioso: 4.500 chilometri su due ruote per raggiungere Capo Nord, in Norvegia.
Per la prima volta in assoluto, dopo aver conosciuto il figlio di un collega affetto da Fibrosi Cistica, i tre ciclisti hanno deciso di trasformare il loro viaggio di piacere in un’impresa collettiva a sostegno dei ragazzi, delle famiglie e della ricerca per combattere questa difficile malattia.
“La Fibrosi Cistica è una malattia genetica senza cura, ad oggi una delle più comuni nel nostro Paese. Ogni settimana in Italia nascono 4 bambini con questa malattia e – spiega Franco Berti, Presidente della LIFC Toscana Onlus – si stima che in totale i malati siano circa 6.000; di questi circa il 50% supera i 18 anni e la vita attesa per un bambino che nasce oggi è di circa 40.

Grazie alla ricerca e al miglioramento continuo della qualità delle cure, la situazione è in costante progresso. L’idea di legare un’impresa ciclistica come quella dei Ciclomacchinisti alla FC ci ha profondamente colpiti e commossi, non solo per la sua originalità, ma anche perché è estremamente indovinata. Difatti la malattia colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e l’utilizzo della cyclette è una delle attività consigliate proprio dai medici per alleviare i sintomi dei ragazzi.”

“Si tratta di un’iniziativa molto importante – continua Franco Berti – non solo per raccogliere donazioni, ma anche per sensibilizzare la popolazione su questa malattia e su come gestirla quando si dà alla luce un bambino che ne è affetto.”

Il 10 maggio 2015 alle ore 10.00 i tre Ciclomacchinisti partiranno dall’Ospedale Meyer di Firenze, sede del Centro Regionale Fibrosi Cistica, faranno tappa al Parco delle Cascine per unirsi ai bambini della manifestazione Bimbimbici 2015 e poi proseguiranno per Capo Nord, con tappe giornaliere da 160 km attraverso Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia.
Durante l’itinerario i ciclisti saranno accolti dalle varie delegazioni dei Centri per la lotta alla Fibrosi Cistica sparsi in Europa, da quello di Cesena a quello di Verona fino alla Germania e alla Norvegia, che hanno sostenuto fin da subito con grande entusiasmo l’iniziativa: “In questo modo – spiega Mario Gulino – sarà come se tracciassimo un collegamento invisibile tra i Centri, in una comunione d’ideali e d’intenti.”

Per affrontare il viaggio i Ciclomacchinisti utilizzeranno biciclette ibride tra un mezzo da corsa e una mountain bike, sul modello di quelle da ciclo-cross. Se riusciranno a trovare un camper a cui appoggiarsi, potranno percorrere la strada più agevolmente, ma in caso contrario porteranno con sé tutto il necessario, comprese le tende da campeggio per ogni evenienza. L’arrivo è previsto intorno alla metà di giugno.

Ci sono molti modi per contribuire al progetto Pedala per un Respiro direttamente dal sito ufficiale www.pedalaperunrespiro.it. Chi ha un’azienda può sostenere l’impresa e i progetti LIFC facendo una donazione. Chi è appassionato di ciclismo può fare una donazione e pedalare assieme ai Ciclomacchinisti per un tratto del percorso, mentre chi desidera partecipare virtualmente all’impresa, potrà acquistare km facendo una donazione libera online tramite PayPal o con carta di credito oppure tramite bonifico bancario.

Tutti sono invitati a condividere l’iniziativa e farla conoscere sui social network con l’hashtag ufficiale #PedalaPerUnRespiro

Per informazioni e donazioni: www.pedalaperunrespiro.it

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/PedalaPerUnRespiro

Hashtag ufficiale: #PedalaPerUnRespiro

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Pontassieve: le Sieci si tinge di rosa

[:it]bannerdi Nadia Fondelli – Sabato 9 e domenica 10 maggio appuntamento da non perdere a Le Sieci per la seconda edizione di “Le Sieci si tinge di rosa”.

Un week end dedicato alla prevenzione, alle donne e alla loro forza e quali migliori protagoniste di tutto ciò che le Dragoon Lady, squadra di canottaggio di Dragoon Boat, che sanno come fare squadra, per sensibilizzare su un tema importante e combattere il tumore al seno.

Con il patrocinio del comune di Pontassieve e la fattiva opera di Lilt (lega italiana lotta ai tumori), Ce.ri.on. (centro riabilitazione oncologica) e associazione sportiva canottieri comunali e con la special guest Tiberio Timperi nella giornata di sabato pomeriggio.

Il calendario ricco e vivace prevede visite di prevenzione del melanoma, punto di informazione e d’ascolto Lilt, racconti della vita sul fiume, dei renaioli, dei mestieri sull’Arno e dell’alluvione e si concluderà il sabato prima dell’aperitivo con la presentazione delle Dragoon Lady e i loro racconti speciali della vita e delle città viste dal fiume.
La domenica invece la filarmonica Puccini di Molin del Piano, la banda che sfilerà in città con i bambini e soprattutto i giri in Dragoon Boat lungo il fiume accompagnati dalle Dragoon Lady sui  loro spettacolari barconi saranno il momento clou di tutta la due giorni in cui il paese de Le Sieci si tingerà di rosa: simbolo delle Dragoon lady e della prevenzione del tumore al seno.

Due giorni intensi di festa e allegria, ma anche di riflessione e speranza grazie a questa straordinaria squadra nata nel 2006 per volontà della Lilt con la collaborazione dei canottieri comunali Firenze.
Le Dragoon Lady sono state il secondo equipaggio in Italia formato da donne operate di tumore al seno e oggi, dopo anni di trasferte e successi in giro per il mondo sono le attuali campionesse d’Italia.
Sono donne straordinarie che si divertono, lottano, vincono, perdono, soffrono e gioiscono nello sport accomunate dalla volontà di far capire che dalla malattia si può uscire.
Testimonial pregiate della città di Firenze, sono un esempio tangibile del valore della prevenzione e molte di loro sono anche impegnate in prima fila nel volontariato.
Sono loro la vera forza delle donne, quelle da cui dobbiamo sempre prendere esempio. Loro le vere campionesse della vita e chi vi scrive ha il piacere e l’onore di accompagnare molte di loro la domenica in splendidi percorsi di fitwalking per le colline fiorentine.
Donne che sanno amare e guardare la vita e la città da tutte le angolazioni: dal basso del fiume così come dall’alto delle colline.
Andate a conoscerle a Le Sieci, guardare i loro sorrisi sinceri e i loro occhi radiosi e ve ne innamorerete come è successo a me.[:en]bannerdi Nadia Fondelli – Sabato 9 e domenica 10 maggio appuntamento da non perdere a Le Sieci per la seconda edizione di “Le Sieci si tinge di rosa”.

Un week end dedicato alla prevenzione, alle donne e alla loro forza e quali migliori protagoniste di tutto ciò che le Dragoon Lady, squadra di canottaggio di Dragoon Boat, che sanno come fare squadra, per sensibilizzare su un tema importante e combattere il tumore al seno.

Con il patrocinio del comune di Pontassieve e la fattiva opera di Lilt (lega italiana lotta ai tumori), Ce.ri.on. (centro riabilitazione oncologica) e associazione sportiva canottieri comunali e con la special guest Tiberio Timperi nella giornata di sabato pomeriggio.

Il calendario ricco e vivace prevede visite di prevenzione del melanoma, punto di informazione e d’ascolto Lilt, racconti della vita sul fiume, dei renaioli, dei mestieri sull’Arno e dell’alluvione e si concluderà il sabato prima dell’aperitivo con la presentazione delle Dragoon Lady e i loro racconti speciali della vita e delle città viste dal fiume.
La domenica invece la filarmonica Puccini di Molin del Piano, la banda che sfilerà in città con i bambini e soprattutto i giri in Dragoon Boat lungo il fiume accompagnati dalle Dragoon Lady sui  loro spettacolari barconi saranno il momento clou di tutta la due giorni in cui il paese de Le Sieci si tingerà di rosa: simbolo delle Dragoon lady e della prevenzione del tumore al seno.

Due giorni intensi di festa e allegria, ma anche di riflessione e speranza grazie a questa straordinaria squadra nata nel 2006 per volontà della Lilt con la collaborazione dei canottieri comunali Firenze.
Le Dragoon Lady sono state il secondo equipaggio in Italia formato da donne operate di tumore al seno e oggi, dopo anni di trasferte e successi in giro per il mondo sono le attuali campionesse d’Italia.
Sono donne straordinarie che si divertono, lottano, vincono, perdono, soffrono e gioiscono nello sport accomunate dalla volontà di far capire che dalla malattia si può uscire.
Testimonial pregiate della città di Firenze, sono un esempio tangibile del valore della prevenzione e molte di loro sono anche impegnate in prima fila nel volontariato.
Sono loro la vera forza delle donne, quelle da cui dobbiamo sempre prendere esempio. Loro le vere campionesse della vita e chi vi scrive ha il piacere e l’onore di accompagnare molte di loro la domenica in splendidi percorsi di fitwalking per le colline fiorentine.
Donne che sanno amare e guardare la vita e la città da tutte le angolazioni: dal basso del fiume così come dall’alto delle colline.
Andate a conoscerle a Le Sieci, guardare i loro sorrisi sinceri e i loro occhi radiosi e ve ne innamorerete come è successo a me.[:]

Gite fuori porta: idee per scoprire la Toscana autentica

Gite fuori porta: idee per scoprire la Toscana autentica

[:it]Castiglioncello_Firenzuola_Italydi Nadia Fondelli – Aria di primavera, belle giornate e la voglia di stare all’aria aperta. Aprofittatene di Pasquuetta e dei Ponti di aprile e maggio per scoprire una Toscana poco nota e meravigliosa. Quella da autentici lovers… 12 idee uniche fra antiche strade, borghi abbandonati, alpeggi, grotte e giardini.

L’abbazia di Carlo Magno dove i riti sono in gregoriano
Un grande classico sempre ricco di fascino a due passi dalla capitale del vino: Montalcino. Fondata – fra leggenda e realtà da Carlo Magno che, nel 781 tornando da Roma vide in questa vallata morire molti suoi soldati colpiti dalla peste. Per porre fine all’epidemia giurò di far costruire qui un Abbazia ed ecco Sant’Antimo.
Silenzio, verde, misticismo e tutte le funzioni cantate in gregoriano. Possibile anche essere ospitati in dieci camere e quattro dormitori.

Il Romitorio dell’Argentario
Per chi si trova in Maremma impossibile non salire sulle pendici del Monte Argentario dove, nel 1728 San Paolo della Croce fondò il Romitorio di Sant’Antonio creando il primo nucleo dell’Ordine completato più tardi con la chiesa, il convento e l’edificio del noviziato oggi adibito a casa di preghiera.
La posizione splendida che domina dall’alto la costa, la frescura e il silenzio dei boschi circostanti fanno di questo un luogo ideale per fermarsi anche qualche giorno, mentre per chi è solo di passaggio da provare è il liquore “argentarium”. Tel. 0564 812641.

Una passeggiata là dov’era il trenino a cremagliera Saline-Volterra
Chi arriva a Saline, proveniente dal mare, non può fare a meno di vedere, lassù, in alto, la sagoma di Volterra dove fino al 1958 arrivavano i treni che oggi si fermano a Saline. Pare impossibile perchè le pendenze che superano il 10% non sono certo quelle tipiche delle linee ferroviarie. Ma la ferrovia realizzata ad inizio ‘900 oggi non c’è più, ma la massicciata ferroviaria oggi dismessa è perfetta oggi come collegamento tra Saline e Volterra, per gli amanti delle escursioni pedatorie. Un sentiero straordinario, un luogo sicuro in cui si può camminare senza il rischio di finire sotto le ruote di una “moderno” mezzo di trasporto su gomma…

Antro del Corchia
Vicino alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è Antro del Corchia la “Montagna vuota” con i suoi milioni di anni di storia geologica. 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia lo rendono il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.  Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

In alto Mugello nel borgo abbandonato
Castiglioncello si trova nel comune di Firenzuola e nella valle del Santerno ai confini con la provincia di Bologna.
E’ un meraviglioso borgo abbandonato che venne progressivamente abbandonato a partire dal ‘700 quando al posto dell’antica strada che correva sul crinale appenninico si iniziò ad utilizzare una strada nel fondovalle, che è quella tuttora utilizzata. Gli abitanti rimasero sempre più isolati e decisero così di abbandonare il paese.
Si raggiunge da Moranduccio nel pressi del passo della Futa, a due passi dal confine con l’Emilia-Romagna.

La Riserva Naturale di Ponte a Buriano e La Penna
Alle porte di Arezzo in una riserva naturale resa famosa dalla diga sul fiume Arno di La Penna e il Ponte a Buriano che, fra misto di leggenda e realtà si narra sia il panorama che fa da sfondo al sorriso enigmatico della celebre Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci.
Una riserva da vivere fra i suoi 665 ettari che si estendono fra i comuni di Arezzo, Civitella della Chiana e Laterina. Un area perfetta per gli amanti del trekking, del birdwatching, ma anche semplicemente del verde e delle camminate dove potrete passeggiare in una vegetazione che varia da boschi di roverelle a leccete e a zone ben coltivate.

Un fiumicel che nasce in Falterona…
Il Monte Falterona (1654 mt.), divide due pianure – Casentino e Mugello –  e alle sue pendici nasce l’Arno (a quota 641 km.) – uno dei fiumi più importanti d’Italia che attraversa la Toscana centro-settentrionale per sfociare in prossimità di Marina di Pisa nel Tirreno.
Il Monte è situato all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (36.000 ettari di terreno) dove è possibile ammirare boschi secolari di faggi, abeti e castagni, e dove il daino, il capriolo ed il cervo sono le presenze comuni.
Più di uno i percorsi su questa montagna, ma le tappe più significative sono: Lago degli Idoli, Capo d’Arno e Monte Falterona.
Se passiamo da Dicomano in direzione Passo del Muraglione e Forlì, a San Godenzo dovete girare per Castagno d’Andrea dove arriviamo fino ad una strada sterrata che conduce all’inizio di uno dei vari ingressi del Parco. Il percorso per arrivare fino al Monte Falterona richiede circa tre ore. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino troviamo Capo d’Arno (1358 mt.). A circa 15 minuti di cammino, è possibile visitare ciò che è rimasto del Lago degli Idoli (1380 mt.), prosciugato per permettere gli scavi che hanno portato alla luce svariati reperti archeologici di bronzo e rame.

Respirando la storia dalla Torre di Galatrona
Uno dei tetti del Valdarno, un pezzo di storia medievaleQuesto è la torre di Galatrona, nel comune di Bucine in provincia di Arezzo, ultimo baluardo dell’antico castello che intorno all’anno 1000 dominava la Valdambra e il Chianti.
Recentemente restaurata, la torre mostra i segni di antiche dominazioni. All’esterno è possibile individuare tracce di un recinto murario fatto di grandi blocchi di pietra e tratti di un’altra cinta più antica e più spessa. 
Salendo lassù è possibile “respirare” la storia in un paesaggio che potrebbe esser la scenografia ideale di “Braveheart” dove gli oltre mille anni vissuti da questa torre si fondono con la bellezza della natura incontaminata della terra toscana.

Parco d’Arte E. Pazzagli
Situato nella zona sud di Firenze – realizzato personalmente dallo scultore Enzo Pazzagli – il Parco si estende su una superficie di 23.900 mq, racchiudendo oltre 200 sculture armoniosamente distribuite e contornate da 300 giovani cipressi quasi a formare un connubio di sculture viventi.
Le opere d’arte, prevalentemente in acciaio, ottone e bronzo, trasmettono forti emozioni: di giorno con il sole assumono dei riflessi di rara bellezza e di notte, illuminate singolarmente, sembrano dotate di luce propria emanando un aspetto surrealistico e di gran fascino. 
Un “paradiso scultorio” contornato da colline con ville e castelli medicei, dall’Arno che gli scorre accanto e dallo sfrecciare dei treni come se fossero messaggeri nel mondo di una visione indimenticabile.Ingresso è gratuito e info: www.pazzagli.com.

L’Alpe di Luna

E’ una riserva naturale di boschi di faggi e cerri che fa da spartiacque fra l’alta valle de Tevere in Toscana e la valle dei Marecchia nelle Marche.
Un luogo giunto selvaggio al terzo millennio grazie al suo isolamento e alla mancanza di grandi vie di comunicazione dove domina solo la natura e i silenzi urlati degli abitanti del bosco. Un Appennino che ha i suoi picchi più alti nel Monte dei Frati (m. 1453), nel Monte Maggiore (m.1384) e nel Monte Sodo Pulito (1225).
Qui sull’Alpe della Luna fra il rarissimo Abete Bianco e i caprioli, i cinghiali, le poiane e gli scoiattoli che qui hanno la residenza è una ben segnalata rete sentieristica che si presta ottimamente ad escursioni indimenticabili per amanti del trekking, del cavallo e della mountain bike: i migliori mezzi di locomozione per vivere le sensazioni ed i profumi di questa parte di Appennino dove il tempo sembra essersi fermato.
Info:www.parks.it/riserva.alpe.luna – www.areeprotette.provincia.arezzo.it

Valle di Zeri,  escursione nella natura intonsa
Si trovano in Lunigiana, all’estremo confine con la Liguria e l’Emilia Romagna, nell’Appennino tosco-emiliano. Sono le valli di Zeri che comprendono un territorio suddiviso in tre ampie vallate denominate di Adelano, del Gordana e di Rossano.
Boschi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti. Tutto il territorio è ricco di sorgenti, fiumi, torrenti, con ambienti incontaminati. Da segnalare la grotta della Colombara, nella vallata di Rossano – una cascata forma una stupenda piscina naturale – e gli stretti di Giaredo, canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinai di metri.
Tanti i possibili itinerari dalla vetta del Passo del Rastrello (1044 metri) che segna il confine con la provincia di Parma con in lontananza il mare ligure dove molti sono gli alpeggi abbandonati fra cui Capanne di Vruga e Formentara dove per secoli, in estate, si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame.
Info:Associazione Culturale Valli di Zeriwww.vallidizeri.it

La casa dei narcisi più belli d’Italia!
Li vedi spuntare bianchi, gialli, bicolori, colorati e possenti; a guardia di una splendida villa che si erge tra le bordure all’inglese o al margine del bosco, con aiuole gentilizie che si affacciano sul lembo di una conca ridente; sono i narcisi di Villa la Pescigola.
I proprietari, Adriana Hedges e suo marito, hanno trasformato il vecchio giardino all’italiana in un parco romantico all’inglese, prendendo spunto da un antico dipinto collocato su una porta del salone della dimora.
Siamo in Lunigiana e qui fra esemplari antichi di cedri atlantici ben 150.000 narcisi suddivisi in quattrocento varietà.
Nelle varie aiuole si trovano i “Narcisi dei Poeti”, con fiori profumatissimi e semplici, bianchi, con una piccola corona gialla, orlata di rosso, ma anche gli “Incomparabili”, spuntano  qua e la, con la sua corona aperta e increspata.

 [:en]Castiglioncello_Firenzuola_Italydi Nadia Fondelli – Aria di primavera, belle giornate e la voglia di stare all’aria aperta. Aprofittatene di Pasquuetta e dei Ponti di aprile e maggio per scoprire una Toscana poco nota e meravigliosa. Quella da autentici lovers… 12 idee uniche fra antiche strade, borghi abbandonati, alpeggi, grotte e giardini.

L’abbazia di Carlo Magno dove i riti sono in gregoriano
Un grande classico sempre ricco di fascino a due passi dalla capitale del vino: Montalcino. Fondata – fra leggenda e realtà da Carlo Magno che, nel 781 tornando da Roma vide in questa vallata morire molti suoi soldati colpiti dalla peste. Per porre fine all’epidemia giurò di far costruire qui un Abbazia ed ecco Sant’Antimo.
Silenzio, verde, misticismo e tutte le funzioni cantate in gregoriano. Possibile anche essere ospitati in dieci camere e quattro dormitori.

Il Romitorio dell’Argentario
Per chi si trova in Maremma impossibile non salire sulle pendici del Monte Argentario dove, nel 1728 San Paolo della Croce fondò il Romitorio di Sant’Antonio creando il primo nucleo dell’Ordine completato più tardi con la chiesa, il convento e l’edificio del noviziato oggi adibito a casa di preghiera.
La posizione splendida che domina dall’alto la costa, la frescura e il silenzio dei boschi circostanti fanno di questo un luogo ideale per fermarsi anche qualche giorno, mentre per chi è solo di passaggio da provare è il liquore “argentarium”. Tel. 0564 812641.

Una passeggiata là dov’era il trenino a cremagliera Saline-Volterra
Chi arriva a Saline, proveniente dal mare, non può fare a meno di vedere, lassù, in alto, la sagoma di Volterra dove fino al 1958 arrivavano i treni che oggi si fermano a Saline. Pare impossibile perchè le pendenze che superano il 10% non sono certo quelle tipiche delle linee ferroviarie. Ma la ferrovia realizzata ad inizio ‘900 oggi non c’è più, ma la massicciata ferroviaria oggi dismessa è perfetta oggi come collegamento tra Saline e Volterra, per gli amanti delle escursioni pedatorie. Un sentiero straordinario, un luogo sicuro in cui si può camminare senza il rischio di finire sotto le ruote di una “moderno” mezzo di trasporto su gomma…

Antro del Corchia
Vicino alla Versilia, incastonata tra gli spettacolari scenari del Parco delle Alpi Apuane è Antro del Corchia la “Montagna vuota” con i suoi milioni di anni di storia geologica. 70 km di gallerie e pozzi, 1200 metri di dislivello massimo, un sistema di condotti carsici sviluppati in 2 km cubici di roccia lo rendono il più importante complesso carsico d’Italia ed uno dei maggiori al mondo.
Il percorso di quasi due chilometri si fa con soste, in circa due ore. La presenza di oltre 1000 scalini non la rende un’escursione adatta a persone con ridotta mobilità. La temperatura interna, costante durante tutto l’anno, si aggira sui 7,5°. Necessario indossare almeno una felpa, avere con se una cerata e calzare scarpe con suola in gomma meglio se da trekking.  Apertura: mattina e pomeriggio secondo un calendario annuale www.antrocorchia.it. Disponibili anche visite guidate in più lingue. Su richiesta sono disponibili anche due diversi percorsi speleologici entrambi di tre ore: la Galleria della Neve e il Ramo del Fiume; le attrezzature tecniche necessarie sono parzialmente fornite dal gestore e comprese nel prezzo del biglietto.

In alto Mugello nel borgo abbandonato
Castiglioncello si trova nel comune di Firenzuola e nella valle del Santerno ai confini con la provincia di Bologna.
E’ un meraviglioso borgo abbandonato che venne progressivamente abbandonato a partire dal ‘700 quando al posto dell’antica strada che correva sul crinale appenninico si iniziò ad utilizzare una strada nel fondovalle, che è quella tuttora utilizzata. Gli abitanti rimasero sempre più isolati e decisero così di abbandonare il paese.
Si raggiunge da Moranduccio nel pressi del passo della Futa, a due passi dal confine con l’Emilia-Romagna.

La Riserva Naturale di Ponte a Buriano e La Penna
Alle porte di Arezzo in una riserva naturale resa famosa dalla diga sul fiume Arno di La Penna e il Ponte a Buriano che, fra misto di leggenda e realtà si narra sia il panorama che fa da sfondo al sorriso enigmatico della celebre Gioconda dipinta da Leonardo Da Vinci.
Una riserva da vivere fra i suoi 665 ettari che si estendono fra i comuni di Arezzo, Civitella della Chiana e Laterina. Un area perfetta per gli amanti del trekking, del birdwatching, ma anche semplicemente del verde e delle camminate dove potrete passeggiare in una vegetazione che varia da boschi di roverelle a leccete e a zone ben coltivate.

Un fiumicel che nasce in Falterona…
Il Monte Falterona (1654 mt.), divide due pianure – Casentino e Mugello –  e alle sue pendici nasce l’Arno (a quota 641 km.) – uno dei fiumi più importanti d’Italia che attraversa la Toscana centro-settentrionale per sfociare in prossimità di Marina di Pisa nel Tirreno.
Il Monte è situato all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (36.000 ettari di terreno) dove è possibile ammirare boschi secolari di faggi, abeti e castagni, e dove il daino, il capriolo ed il cervo sono le presenze comuni.
Più di uno i percorsi su questa montagna, ma le tappe più significative sono: Lago degli Idoli, Capo d’Arno e Monte Falterona.
Se passiamo da Dicomano in direzione Passo del Muraglione e Forlì, a San Godenzo dovete girare per Castagno d’Andrea dove arriviamo fino ad una strada sterrata che conduce all’inizio di uno dei vari ingressi del Parco. Il percorso per arrivare fino al Monte Falterona richiede circa tre ore. Dopo circa un’ora e mezzo di cammino troviamo Capo d’Arno (1358 mt.). A circa 15 minuti di cammino, è possibile visitare ciò che è rimasto del Lago degli Idoli (1380 mt.), prosciugato per permettere gli scavi che hanno portato alla luce svariati reperti archeologici di bronzo e rame.

Respirando la storia dalla Torre di Galatrona
Uno dei tetti del Valdarno, un pezzo di storia medievale. Questo è la torre di Galatrona, nel comune di Bucine in provincia di Arezzo, ultimo baluardo dell’antico castello che intorno all’anno 1000 dominava la Valdambra e il Chianti.
Recentemente restaurata, la torre mostra i segni di antiche dominazioni. All’esterno è possibile individuare tracce di un recinto murario fatto di grandi blocchi di pietra e tratti di un’altra cinta più antica e più spessa.
Salendo lassù è possibile “respirare” la storia in un paesaggio che potrebbe esser la scenografia ideale di “Braveheart” dove gli oltre mille anni vissuti da questa torre si fondono con la bellezza della natura incontaminata della terra toscana.

Parco d’Arte E. Pazzagli
Situato nella zona sud di Firenze – realizzato personalmente dallo scultore Enzo Pazzagli – il Parco si estende su una superficie di 23.900 mq, racchiudendo oltre 200 sculture armoniosamente distribuite e contornate da 300 giovani cipressi quasi a formare un connubio di sculture viventi.
Le opere d’arte, prevalentemente in acciaio, ottone e bronzo, trasmettono forti emozioni: di giorno con il sole assumono dei riflessi di rara bellezza e di notte, illuminate singolarmente, sembrano dotate di luce propria emanando un aspetto surrealistico e di gran fascino.
Un “paradiso scultorio” contornato da colline con ville e castelli medicei, dall’Arno che gli scorre accanto e dallo sfrecciare dei treni come se fossero messaggeri nel mondo di una visione indimenticabile.Ingresso è gratuito e info: www.pazzagli.com.

L’Alpe di Luna

E’ una riserva naturale di boschi di faggi e cerri che fa da spartiacque fra l’alta valle de Tevere in Toscana e la valle dei Marecchia nelle Marche.
Un luogo giunto selvaggio al terzo millennio grazie al suo isolamento e alla mancanza di grandi vie di comunicazione dove domina solo la natura e i silenzi urlati degli abitanti del bosco. Un Appennino che ha i suoi picchi più alti nel Monte dei Frati (m. 1453), nel Monte Maggiore (m.1384) e nel Monte Sodo Pulito (1225).
Qui sull’Alpe della Luna fra il rarissimo Abete Bianco e i caprioli, i cinghiali, le poiane e gli scoiattoli che qui hanno la residenza è una ben segnalata rete sentieristica che si presta ottimamente ad escursioni indimenticabili per amanti del trekking, del cavallo e della mountain bike: i migliori mezzi di locomozione per vivere le sensazioni ed i profumi di questa parte di Appennino dove il tempo sembra essersi fermato.
Info:www.parks.it/riserva.alpe.luna www.areeprotette.provincia.arezzo.it

Valle di Zeri,  escursione nella natura intonsa
Si trovano in Lunigiana, all’estremo confine con la Liguria e l’Emilia Romagna, nell’Appennino tosco-emiliano. Sono le valli di Zeri che comprendono un territorio suddiviso in tre ampie vallate denominate di Adelano, del Gordana e di Rossano.
Boschi di castagni, faggi e querce, si alternano a estesi prati permanenti. Tutto il territorio è ricco di sorgenti, fiumi, torrenti, con ambienti incontaminati. Da segnalare la grotta della Colombara, nella vallata di Rossano – una cascata forma una stupenda piscina naturale – e gli stretti di Giaredo, canyon scavato dal fiume Gordana nella roccia, lungo alcune centinai di metri.
Tanti i possibili itinerari dalla vetta del Passo del Rastrello (1044 metri) che segna il confine con la provincia di Parma con in lontananza il mare ligure dove molti sono gli alpeggi abbandonati fra cui Capanne di Vruga e Formentara dove per secoli, in estate, si trasferivano gli abitanti del fondovalle per pascolare il bestiame.
Info:Associazione Culturale Valli di Zeriwww.vallidizeri.it

La casa dei narcisi più belli d’Italia!
Li vedi spuntare bianchi, gialli, bicolori, colorati e possenti; a guardia di una splendida villa che si erge tra le bordure all’inglese o al margine del bosco, con aiuole gentilizie che si affacciano sul lembo di una conca ridente; sono i narcisi di Villa la Pescigola.
I proprietari, Adriana Hedges e suo marito, hanno trasformato il vecchio giardino all’italiana in un parco romantico all’inglese, prendendo spunto da un antico dipinto collocato su una porta del salone della dimora.
Siamo in Lunigiana e qui fra esemplari antichi di cedri atlantici ben 150.000 narcisi suddivisi in quattrocento varietà.
Nelle varie aiuole si trovano i “Narcisi dei Poeti”, con fiori profumatissimi e semplici, bianchi, con una piccola corona gialla, orlata di rosso, ma anche gli “Incomparabili”, spuntano  qua e la, con la sua corona aperta e increspata.
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Novità: in Toscana arriva la prima Adventure Race

1456700_724683944287549_3263292233940922978_nla redazione – Arriva il 31 maggio a Firenze la prima Adventure Race in Italia. Una novità assoluta, un evento sportivo che unisce sport, natura e la valorizzazione del territorio . Evento inserito nell’elenco Expo 2015.

La Toscana quest’anno accoglie la stagione estiva con una bella e sorprendente novità. Una gara per sportivi e gente attiva che si vuole divertire tutta da scoprire. Nuova, affascinante, divertente e briosa. Questo in poche parole sarà la Firenze Adventure Race, evento sportivo nuovo e insolito tutto da scoprire.

Una gara multisport che sta rapidamente guadagnando appassionati in Europa dopo essere diventata fenomeno negli Stati Uniti. Tecnicamente è una combinazione di più discipline unite dal comun denominatore di svolgersi tutte all’aria aperta.
La gara fiorentina porterà gli sportivi a cimentarsi in corsa trail, bicicletta su strada, corsa urbana e kayak; sport non tecnicamente difficili e quindi alla portata di tutti.

Basta solo avere voglia di divertirsi e volerci provare dicono gli organizzatori. La loro di voglia è quella di offrire qualcosa di diverso dalle solite gare, per mettersi alla prova e cimentarsi in qualcosa di mai provato.

L’evento si svolgerà sulla riva sinistra dell’Arno fra i comuni di Bagno a Ripoli e Firenze permettendo di scoprire la cartolina “classica” insieme a percorsi pressoché sconosciuti. Le celebri colline del Chianti, le pievi romaniche, le ville rinascimentali, gli orizzonti mozzafiato, ma anche strade romane e l’oasi faunistica dell’Arno a fare da scenario a una gara unica.

Due le distanze fra cui scegliere. 30 km. (2 km. di Dragon Boat, 7 km di urban running, 15 km di bicicletta e 5 km di trail running) e 60 km. (5 km. di urban trail, 30 km. di bicicletta, 2 km di kayak, 5 km di bicicletta, 15 km di trail running)

Le prenotazioni sono già aperte sul sito e l’organizzazione mette a disposizione dei partecipanti anche la possibilità di prenotare l’ ospitalità con prezzi speciali messi a disposizione grazie ad un accordo con Firenze Convention Bureau e particolari soggiorni e tour guidati con l’agenzia ufficiale S-Cape Travel

Info: www.firenzeadventurerace.com